Durante la mostra “Sfocature-L’errore voluto della macchina”, Limonaia di Villa Vogel, Firenze, 2018.
Il trittico presentato da Bartolomeo Ciccone (Senza titolo#1, 2015-2018) consiste nell’esposizione di alcune immagini catturate in maniera completamente casuale dalla fotocamera del cellulare, senza la volontà di un operatore se non quella di volerle esporre e di ritrovarci il segno di un linguaggio estraneo all’uomo con un proprio inconscio. “Non è importante che il fotografo sappia vedere, perché la macchina fotografica vede per lui”, queste le parole di Franco Vaccari, secondo il quale la fotografia è vera se ci aiuta a scoprire quello che non sappiamo, tramite un linguaggio che è solo parzialmente riconducibile all’uomo perché l’inconscio fotografico agisce là dove non si può dire “io sono”.